Una gita in provincia di Bergamo per ogni stagione
- Myriam Poli
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 13 min
La primavera in Val San Martino, i colori di Albino in estate, il Lago d’Endine nel caldo autunno e l’inverno tra le sorprese di Treviglio

Ogni qual volta la Margì domanda ai suoi viaggiatori quali siano i propri luoghi del cuore a Bergamo, fioriscono da ogni dove condivisioni sincere e autentiche.
Ho scoperto così tantissimi angoli inaspettati del nostro territorio: scrigni unici, diversi e particolarissimi, perfetti per una piccola gita in giornata che possa distendere mente e cuore alla ricerca della nostra ormai cara “bellezza sotto casa”.
E dunque, partiamo, con un approccio gentile verso questa splendida terra: che sia estate, inverno, primavera o autunno, la provincia di Bergamo si presta sempre, nel suo intreccio di natura, cultura, tradizioni e buon cibo!
Primavera tra le brezze della storia, a Pontida e in Val San Martino

Quando sboccia la primavera, il desiderio di passare un po’ di tempo all’aria aperta si fa impellente. Meglio ancora se richiamati da dolci colline in fiore, borghi carichi di memorie da assaporare passeggiando, e suggestioni portate dall’acqua di un fiume non lontano.
Il mio suggerimento per questa stagione è viaggiare in direzione ovest, verso gli ultimi lembi della provincia di Bergamo, per raggiungere un paese che è noto alle cronache per ragioni diverse, ma tra le quali potrai scoprire le più antiche e suggestive. Si tratta di Pontida, località carica di storia e circondata dal verde della Val San Martino: borgo e dintorni, per i quali potresti essere passato per caso, si prestano in realtà a un’ottima esplorazione, dalla quale ripartire molto soddisfatti.
Il nostro viaggio, sorprendentemente, parte già dal cuore di Bergamo Bassa. Ti suona familiare il nome di “piazza Pontida”? Situata non a casa all’estremità ovest della città, era il punto d’avvio del cammino che anticamente conduceva all’Abbazia di Pontida, centro spirituale di primaria importanza risalente all’anno Mille. Ancora oggi, l’antico centro monastico è il cuore storico del borgo, e affascina sin dalla solenne piazza antistante e attraverso i chiostri e gli ambienti interni, che, seppur rimaneggiati negli anni, conservano il loro spirito millenario. L’Abbazia, dedicata a San Giacomo Maggiore, si può conoscere partecipando a visite guidate organizzate periodicamente e decisamente imperdibili, perché condotte proprio da monaci!
Sulla cima del campanile, ecco la statua di San Giacomo: presta attenzione alla sua posizione, perché potresti accorgerti che cambia. Tradizione vuole, infatti, che il suo dare o meno le spalle al monastero sancisca l’avvicinarsi del bel tempo, e viceversa: il meccanismo che sorregge la struttura porta infatti il santo a ruotare in base al vento.

La tradizione più importante racconta invece che gli ambienti dell’abbazia siano stati testimoni di un episodio cruciale della storia dell’Italia medievale: lo storico giuramento che nel 1167 ha unito una serie di città desiderose di autonomia dall’egemonia dell’impero tedesco, i Comuni della Lega Lombarda, contro l’imperatore Federico Barbarossa. L’indomito spirito dei Comuni legatisi a Pontida – tra cui vi erano Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Venezia, Lodi, Parma – ebbe la meglio sulle truppe imperiali nella celebre Battaglia di Legnano e portò al fiorire della civiltà comunale.
L’episodio è ricordato in una lapide affissa sulla facciata della chiesa abbaziale, e rievocato ogni anno, in occasione dell’anniversario della Battaglia di Legnano, che ricorre il 29 maggio. La tua gita primaverile potrebbe dunque includere anche un suggestivo tuffo nella storia tra sbandieratori e figuranti!
Lo stesso paese di Pontida ha conservato la sua struttura tradizionale, e si presta a una passeggiata nella tranquillità di piazzette, antiche case e scorci verdi tutt’attorno. In particolare, la collina “orfana” che protegge Pontida a sud, è il Monte Canto, ideale per un trekking non impegnativo su sentieri che ti porteranno in alto, dove sorge la chiesetta di Santa Barbara, per ammirare il territorio circostante. A nord, invece, le morbide colline si sviluppano con dolcezza e varietà, regalando scorci di rara bellezza, tra coltivazioni ove spiccano diversi vigneti.

La località Riviera di Pontida, da percorrere in bici o passeggiando, nasconde siti speciali, come la Chiesa degli Angeli, e più su il belvedere della Chiesa di San Carlo e quello dell’antica Madonna della Neve, che domina la pianura bergamasca.
La sosta gastronomica non può mancare, e di un luogo speciale sorto proprio qui avevamo parlato in un articolo dedicato agli agriturismi più sorprendenti della provincia. Invece, se ti andasse di spostarti a caccia di altre chicche, ti suggerisco di raggiungere il borgo medievale di Odiago, piccolissima frazione di Pontida attorno alla quale veniva coltivato il grano dei monaci dell’Abbazia.
Dal pittoresco nucleo di case, svetta la torre di avvistamento – siamo ormai al confine con i territori di Milano, accanto scorre la storica frontiera naturale rappresentato dal fiume Adda – e all’ingresso spicca un consigliatissimo luogo di sosta, dove gustare prodotti tipici a prezzi modici: L’Antica Hosteria.

La chicca in più
Per regalarti un’ultima boccata di verde e al contempo una boccata d’arte, ti suggerisco di raggiungere Celana, frazione di Caprino Bergamasco, abitato che sorge proprio accanto a Pontida. Tra un saliscendi di colline in fiore, superato il maestoso Collegio di San Carlo – dove studiò Papa Giovanni XXIII – potrai trovarti al cospetto di una pala d’altare d’eccezione: l’Assunzione di Maria eseguita da Lorenzo Lotto nella chiesa, appunto, di Santa Maria Assunta. Ti consiglio di giungere lassù in concomitanza della funzione liturgica, per evitare di trovare il portone chiuso!

Estate: un tuffo nella tavolozza di colori di Albino
Quando l’estate si avvicina, accende di verde profondo gli angoli della città e le distese di pianura e colline che l’abbracciano: un invito a partire, a mettersi in cerca di spiragli di bellezza e possibilmente di atmosfere… più rinfrescanti!
Per questa stagione prendi dunque una strada che idealmente porta lontano dalla calura, verso le altitudini della luminosa Val Seriana, ma fermati subito a fondo valle: alla scoperta di Albino e delle sfumature che nasconde, pur a dispetto del suo nome! Anzi, per una gita “sotto casa” a impatto zero, quale migliore occasione di raggiungere la città con il comodissimo TEB, il trenino che da Bergamo porta alla Val Seriana?
Albino, maggior centro delle Orobie Orientali, conserva una vivace identità tessile e manifatturiera, fiorita in una perfetta cornice naturale, protetta dai monti Cornagera e Misma, affascinanti balconi sulle terre circostanti e palestre di benessere.

Ma sono proprio le vie di Albino a racchiudere inaspettate sorprese: a partire dalle tracce dei più illustri figli di questa terra, pittori e scultori che eccelsero a cavallo fra Cinquecento e Seicento, e videro la propria fama correre ben oltre la Val Seriana.
Potrai scovarne le opere inoltrandoti tra le chiese cittadine, disseminate di capolavori: a partire dalla chiesa parrocchiale di San Giuliano Martire nel cuore del centro storico, che conserva due straordinarie testimonianze di Giovan Battista Moroni, quali una “Trinità” e la “Crocifissione tra i Santi Bernardino e Antonio da Padova”, tra le più mirabili opere sacre realizzate dall’autore, insieme a dipinti di Enea Salmeggia, Gian Paolo Cavagna, Francesco Zucco, Vittorio Amedeo Cignaroli, Barbello e Padovanino, nonché affreschi dei Marinoni – famiglia di pittori con bottega a Desenzano sul Serio – recentemente portati alla luce.

Potrai poi ammirare l’eredità di Giovan Battista Caniana nella chiesa di Sant’Anna, e in San Bartolomeo le sculture lignee di Pietro Bussolo e della Bottega Marinoni, e passeggiare sino a due Santuari: quello della Madonna del Pianto, dove troneggia il maestoso “Cristo Porta Croce” del Moroni, insieme a opere di Salmeggia e Zucco, e quello della Beata Vergine del Miracolo, che riconoscerai dal fiero campanile in pietra, e in cui sfilano altri affreschi di Salmeggia, Ceresa, Cappella, Raggi nonché un prezioso gruppo ligneo dei Fantoni.
E se la caccia all’arte è il tuo sport prediletto, annota questo: una frazione di Albino, Bondo Petello, ospita nel cuore della Chiesa di Santa Barbara la più antica pala d’altare realizzata dal Moroni per la propria città natale: si tratta della Madonna col Bambino in gloria e le Sante Caterina d’Alessandria e Barbara, appunto, risalente alla metà del Cinquecento.

Accanto alle ricche testimonianze artistiche, il genius loci di Albino si esprime al contempo nelle numerose botteghe e attività, a cavallo fra tradizione e rinnovamento, che potrai incrociare passeggiando nel centro storico: te ne segnalo un paio, dalla storia veramente unica!
A partire da “Kima Lab”, il laboratorio di una giovane sarta che sceglie di utilizzare solo filati a km zero, provenienti al massimo della valle vicina; gli abiti esposti sono tessuti da lei stessa, secondo una tipologia di tessitura tradizionale, ormai non più utilizzata, che recupera così un tassello della sfaccettata eredità storica di Albino. E a tal proposito, saprai certamente che ancora oggi la città è legata a doppio filo con l’Albini, storica e virtuosa azienda produttrice di tessuti e filati di alta gamma derivati da fibre naturali, come il pregevole lino di Astino.
Un’altra realtà che sceglie di rinnovare la tradizione è “La Spinata”, locale piacevole e ottimo per uno spuntino decisamente alternativo: deve il suo nome al Mais Spinato di Gandino, una varietà particolare, la cui coltivazione, risalente al Seicento, è stata rinnestata dopo un fortuito recupero. Manuela Caleca, che gestisce l’attività, propone ottime schiacciate dal leggero impasto a base di mais spinato, particolarmente indicate per chi soffre di intolleranza al glutine, e seleziona ogni sabato i prodotti più freschi dal mercato locale, variando così continuamente l’offerta. E proprio il tradizionale mercato locale è un’ulteriore esperienza da non perdere: qui sfilano i tipici e genuini prodotti degli agricoltori della valle!
La chicca in più

Dopo aver esplorato il centro urbano, il richiamo del verde e della natura non potrà che attirarti a sé: attraversa il fiume Serio, e perditi nel polmone verde rappresentato dalla Valle del Lujo, punteggiata di piccoli borghi. Oppure, in un batter d'occhio potresti raggiungere Selvino, amatissima località montana, oasi di pace e punto di partenza per trekking e camminate rigeneranti!
Autunno lungo il Lago d’Endine ed esplorando la Val Cavallina

Il piacere dei sensi che regala l’incontro tra uno specchio d’acqua e la natura infuocata dall’autunno è impagabile. E così, in un fine settimana della stagione cromaticamente più calda, perché non regalarsi una gita tra Monasterolo del Castello e Ranzanico, sulle rive del placido lago d’Endine? Tra una pedalata immersi nella natura o una piccola traversata noleggiando una barchetta (se la giornata è particolarmente calda) in compagnia dei tanti pescatori, potrai godere del suggestivo foliage autunnale da punti di vista non convenzionali. E, per immergersi appieno in questa magia di natura, suggerirei in vista del pranzo di attrezzarsi per un bel picnic, da gustare sulle tranquille sponde del lago.
La ciclabile della Val Cavallina prende avvio già da Carrobio degli Angeli – borgo ai piedi delle prime propaggini collinari delle Orobie, situato all'imbocco della Valcalepio – e si sviluppa lungo il corso del Cherio, fiume che puoi risalire in direzione nord, dove dà vita al lago d’Endine, all’altezza di Monasterolo. Pensa che quella della Valcavallina è la prima ciclovia nata nella provincia di Bergamo!
Giunto al lago, alzando lo sguardo e osservando i dintorni, non potrai che notare le fortificazioni che popolano le colline nei dintorni: l’area della Val Cavallina è stata lungamente terra di contese, un po’ come d’altronde tutta la bergamasca, con la sua storia millenaria. La stessa Monasterolo del Castello, primo abitato che affaccia sul lago, deve il suo nome all’ancora presente castello medievale attorno al quale, più di mille anni addietro, si è sviluppato il borgo; il castello – che porta il nome della famiglia Terzi – e gli straordinari giardini che lo caratterizzano sono privati ma in alcune occasioni è possibile visitarli (tieni d’occhio le iniziative della Pro Loco).
C’è poi un secondo maniero dalla storia curiosa e avvolta nel mistero, Castello Suardi, che osserva il lago dall’altezza dei colli di Bianzano, il più piccolo borgo della valle, contraddistinto da strade acciottolate, mura medievali e suggestivi cortili nascosti.

E poi, un altro centro che affaccia sul lago d’Endine e si arrampica sulle cime circostanti è Ranzanico, dove ti aspetta l’interessante “Museo della seta Fal’Fil” a Palazzo Re-Melis, per ripercorre una tradizione straordinaria del territorio, connubio di arte e artigianato.

Salendo ancor più in alto, non perdere poi la Panchina Gigante detta “del Doppio Lago”, che porta la vista a spaziare non solo sul lago d’Endine, ma sino al lago d’Iseo! Infine, ulteriore piccolo tesoro del circondario a cui dedicare una visita sulla via del ritorno è la chiesetta di San Pietro in Vincoli, non distante dal tratto di lungolago di Spinone al Lago.

La chicca in più
Nei sotterranei di un insospettabile supermercato della val Cavallina è possibile entrare in un’altra dimensione storica, datata quattordici secoli or sono! Partiamo dal nome così curioso di questa valle che ci riporta alle sue origini, Cavellas, un toponimo diffuso sin dal medioevo ma che identificava probabilmente anche l’antico abitato di epoca romana che sorgeva proprio qui. A Casazza, al civico 47 di via Nazionale, è possibile ammirare, guidati da un allestimento interattivo, le testimonianze dell’antica civiltà che abitava questo territorio, tra cui numerosi oggetti domestici rinvenuti nella campagna di scavo!
Inverno: a spasso per i musei e le antiche voci di Treviglio

Chi avrebbe detto che l’inverno non si presterebbe alle gite? Che il cielo sia luminoso – quello che solo certe frizzanti giornate invernali sanno avere – o meno, mettersi in marcia, nella giusta direzione, può rivelare sorprese che ristorerebbero a qualsiasi temperatura. La gita che consiglio per questa stagione è a Treviglio, il più grande centro della bassa bergamasca che, dato il suo rilievo, è stato attraversato da innumerevoli storie.
La città affonda le sue radici nell’alto Medioevo e sorge in una posizione eccellente, lungo vie di comunicazione importanti e in una preziosa zona di confine – l’Adda, guarda caso, è il fiume che le scorre accanto. Fu infatti punto nevralgico di scontri di ogni genere, da quelli tra guelfi e ghibellini a quelli tra la Repubblica di Venezia e la Lega di Cambrai – formazione degli Stati rivali della Serenissima per contenerne l’espansione sulla terraferma.
Nel passato più recente, la sua storia fu segnata dal primato in campo agricolo, commerciale e industriale: tra i principali prodotti scambiati vi erano grano, vino e seta, il cui trasporto verso Milano e altre città era favorito dal vicino Adda. Il racconto di questa parte della storia trevigliese si può rivivere percorrendo – a piedi o, se la giornata è particolarmente tiepida, in bici – l’Agrimuseo Orizzontale, un museo a cielo aperto che attraversa strade, rogge, campi e cascine che dal centro storico portano in aperta campagna, alla riscoperta del paesaggio agrario e della storia di Treviglio, guidati da una cartellonistica diffusa.
E, tra queste tracce della storia, non manca un pizzico di memorie cinematografiche: dalla roggia che ancora corre lungo via Felice Cavallotti, con l’antica ruota dell’acqua, passarono gli sposi protagonisti de “L’albero degli Zoccoli”, indimenticabile pellicola dell’immenso regista bergamasco Ermanno Olmi.

E di percorsi di visita inconsueti Treviglio ne offre anche altri, come il centralissimo Museo Storico Verticale che racconta tutti i cicli della storia locale, muovendo dall’epoca medievale. Hai notato che il suo nome sia concettualmente opposto a quello dell’altro museo di cui ti parlavo? La sua essenza “verticale” svela subito la natura dell’esperienza museale, che sale per ben sette piani lungo le scale perimetrali della Torre Civica di Treviglio, tra istallazioni multimediali e interattive, per ripercorrere la storia della città e gli eventi collettivi che ne hanno costituito l’identità nel tempo. E dopo aver gettato lo sguardo lontano nella storia, arriverai in cima, a 56 metri di altezza, dove potrai ammirare il territorio circostante, abbracciando con lo sguardo sino a molto lontano.

Proprio accanto alla torre civica però, ti aspetta la più preziosa delle sorprese: nella maestosa Collegiata di San Martino, si cela il polittico realizzato a quattro mani da Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, tra le più straordinarie testimonianze del Quattrocento lombardo; un’opera imponente, a cui se ne possono accostare ben poche, nel nostro territorio. Ammirato il polittico, esci sul sagrato e fai un salto nel Bar Milano, proprio antistante la chiesa, per gustare tra il tepore delle vetrine la tradizionale “Torta di Treì” (nome dialettale di Treviglio)!
Prima di entrare, però, presta attenzione, esattamente sopra al balconcino del primo piano, alla celebre “gatta”, copia del bassorilievo originale che causò una lunga contesa con la vicina Caravaggio, perché rinvenuta, alla fine del XIV secolo, in un punto di confine tra le due città; pensa che, per invocare la pace tra le città contendenti, dovette intervenire nientemeno che San Bernardino da Siena.
Se la giornata si presta a una passeggiata, è piacevole compiere il giro della circonvallazione interna, dove sorgevano anticamente le mura della città: dalla centrale piazza Manara, dove ti trovi in questo momento, raggiungi piazza Mercato, sede del tradizionale mercato del sabato mattina, e risali lungo via Cavour, incrociando la biblioteca civica con il suo splendido chiostro: anticamente vi era qui un monastero e, in seguito, lo storico ospedale della città. Prosegui poi verso via Cesare Battisti, lungo la quale incontrerai il Collegio degli Angeli: pensa che, durante la Prima Guerra Mondiale, epoca in cui la scuola venne temporaneamente convertita a ospedale militare, al suo interno avvenne il matrimonio civile tra Benito Mussolini e donna Rachele, al tempo di un ricovero del futuro Duce proprio in queste stanze.
Proseguendo lungo l’andamento curvo della strada, si passa per piazza Setti, recentemente riqualificata e sede di importanti eventi e feste; subito dopo, sulla sinistra, si può osservare una serie di case più basse rispetto al livello del terreno: questo dettaglio ci segnala che lì si trovava l’antico fossato che circondava le mura cittadine! La strada prosegue e ti permette con poco sforzo di raggiungere un’altra chicca: lo storico teatro filodrammatici, incantevole esempio di architettura liberty, e poco oltre il Santuario Madonna delle Lacrime, molto caro ai trevigliesi e straordinario nei suoi interni affrescati, nonché nella tradizione che racconta.

E, a tal proposito, guardati attorno e aguzza l’immaginazione: la via che scorre accanto al santuario, dedicata ai fratelli Galliari, in un passato lontano era stata tutta affrescata dai due fratelli scenografi, membri di un’importante bottega di artisti che realizzò cicli pittorici in luoghi nobili di tutto il nord Italia!
La chicca in più
Se vuoi regalare un’esperienza unica al tuo palato, ma non solo, ti consiglio di spostarti fuori dal centro urbano e raggiungere la piena campagna, sino alla fattoria didattica Cascina Pelesa, cuore pulsante dalla Cooperativa Castel Cerreto. Qui potrai trovare un agriturismo dove gustare deliziosi prodotti tipici, frutto di una raccolta a km 0, ed essere coinvolto anche tu nella raccolta stessa di prodotti biologici e in altre splendide attività per famiglie!
E a me non resta che augurarti un buon viaggio “sotto casa” alla scoperta di sorprese inaspettate. Se dovessi scovarne di nuove, e certamente sarà così, non perdere occasione di segnalarlo alla Margì per poterle condividere con questa splendida community di viaggiatori autentici!
Riferimenti
Pontida e Val San Martino
Foto Odiago ph @lor3n2o18 (Instagram)
Albino
Lago d’Endine
Treviglio
Foto Santuario Madonna delle Lacrime - ph @gilohabana (Instagram)
( Un grazie speciale a Lucilla, pontidese, e a Virginia, trevigliese, mie belle amiche! )
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