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A Bergamo fra ville, case museo e... una casa-torre!


Un angolo di Casa Torre Foresti bergamo
Un angolo di Casa-Torre Foresti

Per quale ragione noi appassionati di storie amiamo tanto il genere delle case museo, case d’artista e residenze storiche? Credo che la ragione sia semplice!


Ben prima che inventassero le esperienze immersive tanto in voga oggigiorno, questi luoghi si prestavano già in se stessi ad accoglierci, e a farci letteralmente immergere, nelle storie di personalità celebri, antiche famiglie e casati che hanno fatto la storia oppure in luoghi dove la storia stessa è passata.

 

Oggetti, quadri e mobilio d’altri tempi: elementi “parlanti”, custodi di storie infinite che è meraviglioso ascoltare, sognando, anche solo per il tempo di una visita!

 

Accanto ai celebri e fastosi palazzi delle famiglie Terzi e Moroni, incastonati in Bergamo Alta, si celano altre piccole meraviglie di questo genere, testimoni delle più varie epoche, tra il cuore antico della città e il suo sviluppo moderno.

 

Ti invito a scoprire alcune di queste chicche insieme alla Margì o attraverso i circuiti dedicati, ma intanto ti racconto qualche dettaglio!

 

Casa-Torre Foresti

Via Gombito, 17/A | Città Alta


Strade, piazze, angoli e case di Città Alta non fanno che parlare di Medioevo. È la fascinazione più sorprendente che regala il centro storico bergamasco, che durante l’epoca in questione era letteralmente costellato di torri!

 

Nella maggior parte dei casi, queste torri custodivano all’interno le abitazioni delle famiglie più in vista della città, ed erano espressione stessa della contesa fra le varie casate. Da quelle vertiginose altezze, erano favoriti gli avvistamenti spaziando per tutta la pianura, e all’interno delle torri era possibile difendersi, nonché svolgere le più varie attività.

 

Le città, per ovvie ragioni, ne hanno conservate poche: anche a Bergamo, nella maggior parte dei casi, le torri soccombevano nelle accese lotte fra le famiglie. Non sono rari i casi, però, di torri risorte dalle proprie ceneri, e così innalzate nuovamente, come testimonia proprio Casa-Torre Foresti, nota come la Torre “della Meridiana”.


torre foresti bergamo casa
Viaggiatori della Margì ammirano, sulla parte di casa-torre Foresti che si affaccia in Piazzetta Angelini, la grande meridiana murale che indica tre tipi d’ora, quella italica, quella babilonese (o greca) e quella spagnola.

 

La sua genesi si ritrova tra il 1100 e il 1200 con la famiglia Durenti, che ebbe un destino tutt’altro che felice: sterminata nelle faide tra la fazione guelfa e quella ghibellina, vide la propria torre rasa quasi al suolo. Dal poco che ne rimaste, tra il 1300 e il 1500 – prima ancora che le Mura veneziane cingessero Città Alta – la casa-torre sorse una seconda volta.

 

È Marco Foresti a raccontarci questa storia: lui, che abita questo luogo sin da bambino, ha scelto di aprirne le porte e di condurci in un viaggio speciale. Generazioni e generazioni di Foresti sono nate e cresciute nella Casa-Torre – tolta la piccola parentesi in cui un membro della famiglia la vendette, ma il nonno di Marco ne tornò presto in possesso!


Casa Torre Foresti Bergamo

La peculiarità di non traslocare mai, dunque, ha permesso alle memorie dei diversi antenati di conservarsi in casa; oggi Marco può mostrare una quantità stupefacente di meraviglie, testimonianze ed echi di tempi antichi dal valore inestimabile.


Casa Torre Foresti Bergamo

La visita si muove tra gli ultimi due ambienti della Casa-Torre, i più alti e i più recenti, collegati da una scala interna: i tempi cambiano, e questa parte di torre originariamente non abitata, ma usata come magazzino, ora accoglie invece la casa di Marco. Con quella vista costante sull'immensa pianura che un tempo consentiva di "sopravvivere", e che ora... ristora l’animo!


Casa Torre Foresti Bergamo

 

La nobilità a Bergamo dalle case-torre ai grandi palazzi


La Torre dei Foresti resta un luogo decisamente unico, differente dai palazzi della città a cui siamo "abituati", esempi che vedremo nel prosieguo del nostro viaggio. La nobiltà, infatti, ha presto lasciato le case-torre per approdare in ambienti più grandi, nei quali poter ostentare meglio un certo status. Gli stessi conti Moroni, ben prima di poter vantare la residenza di via Porta Dipinta, possedevano una casa-torre sita proprio accanto a quella della Meridiana.


Invece, le abitazione a forma di torre, date le dimensioni espresse in verticale, permettevano un margine solo minimo di adattamento. Molte di esse, comunque, si sono trasformate abitativamente pur mantenendo, per ovvie ragioni, le dimensioni di una torre.


Casa Museo Polli Stoppani

Via San Giacomo, 9 | Città Alta


Immagina di salutare Casa-Torre Foresti e di lasciarti alle spalle via Gombito e piazza Mercato delle Scarpe; scendi dunque in direzione porta San Giacomo. Lungo la via omonima, fermati all’altezza di una fonte in marmo bianco, e proprio accanto troverai l’ingresso della nostra prossima dimora storica!

 

Tra le sale di questo palazzo, nel 2009, Anna Maria Stoppani sceglie di dare vita a una fondazione che onori la memoria del compianto marito Vittorio Polli e prosegua l’attività benefica e assistenziale che da sempre aveva contraddistinto la vita della coppia – caso esemplare è il Museo della Valle a Zogno. Da quel momento, dopo un importante restauro, le porte, e così la storia, di questo luogo si aprono ai visitatori.

 

Oscura è la storia più antica del palazzo dei Polli Stoppani, sorto attorno al 1500, ma eccezionale quello che racchiude al suo interno. Costruito a gradoni, le sue stanze e i suoi cortili pensili si addossano alla base di Palazzo Terzi e del Liceo Classico Sarpi, e affacciano meravigliosamente sulla città bassa.

 


Tra i vari ambienti spiccano in particolare una pregevole collezione d’arte privata, che svela opere soprattutto di stampo medievale e rinascimentale, ma che copre l’intera storia dell’arte, sino al Novecento. Risaltano, tra gli artisti in mostra, Francesco Hayez e Hans Holbein il Giovane, nonché i nostri Fra Galgario, Cariani e Piccio.



Inoltre, un’eccezionale Wundercammer – così erano definite le cosiddette “camere delle meraviglie” diffuse dal ‘500 ove si collezionavano oggetti e manufatti strabilianti, come reperti scientifici o opere d’arte – attende il visitatore.


Ricordi di viaggi in terre lontane, testimonianze di arte da affascinanti angoli del mondo, statue e oggetti di culto delle più varie religioni, ma anche incisioni, reliquiari, fossili, cristalli e alcuni – purtroppo immancabili – animali imbalsamati. In evidenza al centro della sala, infine, il libro che racchiude l'opera omnia del fotografo Helmut Newton.

 

Oggi, la Fondazione accoglie negli spazi della casa museo mostre ed eventi, e permette la visita di questa dimora e di tutte le storie che racchiude.


bergamo angelini gnomone sole meridiana
Il disco dorato dell'Angelini all’ingresso, modello che ha ispirato la realizzazione dello gnonome della meridiana solare sotto i portici di piazza della Ragione.

 


E ora prendi pure le tue scalette preferite e scendi in Città Bassa! Ancora una volta, saranno coloro che le abitano ad aprirci le porte delle ultime dimore di cui ti racconto!

 

Villa Grismondi Finardi e Paolina Secco Suardo

Via Volturno 11A | Borgo Santa Caterina


Questo luogo racchiude in se stesso tutte le anime possibili, alcune decisamente sorprendenti.

 

L’aspetto esterno rustico induce al dubbio, ma gli interni sfarzosi lasciano di stucco! Villa Grismondi Finardi sorprende immediatamente: le volte dei saloni al piano inferiore sono un trionfo di decori ornamentali, mentre gli arredi delle varie sale ripercorrono le epoche, seguendo il gusto della famiglia Finardi, che tutt’ora abita questi ambienti.



Ma, a questo proposito, chi in particolare ha vissuto in questa singolare dimora? Ben più di arredi e suppellettili, è il patrimonio immateriale che qui aleggia a entusiasmare.


Nel Settecento, infatti, la villa è stata sede del salotto letterario più eccezionale della storia cittadina! Quello della contessa Paolina Secco Suardo, moglie del conte Luigi Grismondi: donna colta, attenta e intraprendente, portò a Bergamo mode e abitudini diffuse negli ambienti europei più all’avanguardia, e raccolse proprio nel suo salotto le voci degli intellettuali più in vista dell'epoca. Uno spazio che divenne prezioso centro di diffusione delle idee illuministiche in terra bergamasca.

 

La targa dedicata a Paolina Secco Suardo affissa sul palazzo natìo in Città Alta
La targa dedicata a Paolina Secco Suardo affissa sul palazzo natìo in Città Alta

Un’altra eccezionale particolarità di villa Grismondi Finardi è il suo immenso parco, ricco di singolari e maestose specie arboree, in cui il silenzio regna incontrastato. Tutt’attorno, il quartiere Finardi stesso è connotato da continui spiragli di natura: fu volontà stessa dei conti Finardi, che lottizzarono il loro immenso giardino e chiesero agli acquirenti di conservare del verde attorno alle case che vi avrebbero costruito!

 

Villa La Gargana

Via P. Rovelli, 49 | Boccaleone


Siamo in un quartiere alle porte di Bergamo, lungo una via dove difficilmente potrebbe prospettarsi una sorpresa come questa. E invece, procedendo a ritmi opposti a quelli frenetici della città, la magia accade. Alberi immensi, che compaiono inaspettatamente, disegnano una geografia nuova che si nasconde, e si dispiega, alle loro spalle: il giardino all’italiana che abbraccia l’ultima dimora del nostro viaggio, villa La Gargana.

 

Ancora una volta, le porte di questa storia sono dischiuse dalla padrona di casa, la signora Ambretta Matilde Coffari, custode delle più varie memorie e curiosità racchiuse fra queste pareti, che tutt’ora abita.

 

Vita quotidiana di un tempo ma anche di oggigiorno, raccontata mentre i tuoi occhi si nutrono delle eleganti decorazioni degli ambienti – ci mise lo zampino anche Domenico Ghislandi, padre di Fra Galgario – del raffinato mobilio, e dell’atmosfera regale dei grandi saloni che parlano linguaggi dal neoclassico al barocco.

 


Un po’ come tornando all’inizio del nostro viaggio, le origini della dimora si radicano nel Medioevo, anche se il palazzo con queste sembianze nasce nel Seicento, scelto dalla famiglia Gargana come dimora di campagna. Il corpo centrale della villa era abitato dalla nobiltà, e sono ancora ben evidenti, sui lati, gli edifici di servizio originariamente destinati a contenere gli ambienti di lavoro.



Colpisce l’armonia tra interno ed esterno, tutta nel segno della misura. Ma il verde curatissimo dei giardini – nella parte posteriore alla villa, a quello iniziale fa coppia un giardino all’inglese – non è in silenzio, ma animato da altri simpatici abitanti della Gargana… come i curiosi pavoni che passeggiano placidamente all’esterno!



Queste splendide dimore bergamasche sono tutte visitabili! Se vuoi ascoltare alcune di queste storie in compagnia della Margì, tieni monitorato il calendario dei tour e iscriviti alla newsletter per non perdere l’occasione di un tuffo indimenticabile nella meraviglia!

 


 


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