Mi sorprende sempre pensare come questa città “di pietra” nasconda in molti angoli inaspettati scrigni variopinti.
Ricordo bene le occasioni in cui ho visitato i due più splendidi palazzi barocchi della città, ovvero Palazzo Moroni e Palazzo Terzi, proprio perché avverto ancora la sensazione di stupore derivata dal contrasto fra quelle facciate sobrie ed austere e quegli interni strabilianti, vere e proprie danze di colore!
Uscendo poi da questi luoghi, e tornando alle silenziose strade di pietra, mi sembrava di ridestarmi da un vero e proprio sogno!
Riflettendoci, anche questo aspetto contribuisce a regalare un'anima così gradevolmente malinconica a Bergamo.
Palazzo Moroni e Palazzo Terzi
Pensando alle innumerevoli meraviglie bergamasche (puoi scoprirle in mille modi diversi, basta dare spesso un’occhiata qui!) trovo che uno dei modi più intriganti per ascoltare la viva voce della città sia visitarne i palazzi, e così immaginare la vita delle persone che li hanno abitati e farsi rapire dalle loro storie, che ancora riecheggiano fra gli ambienti.
Inoltre, le storie dei due palazzi in questione non si sono "spente", come spesso accade, troppi anni or sono, al contrario: questi spazi sono stati vissuti fino a pochissimi anni fa, come nel caso di Palazzo Moroni, e vantano ancora alcuni eredi - straordinaria memoria vivente di questi luoghi! - che nel caso di Palazzo Terzi vivono in un'ala dell'edificio.
Pensa, a questo proposito, che a Palazzo Moroni si possono trovare nientemeno che dei caloriferi, posti dall'ultima persona che ha abitato questi spazi, il Conte Antonio Moroni: alla sua morte, nel 2009, egli ha infatti offerto in dono la sua dimora, costituendo una Fondazione.
Ebbene sì, le storie che possono raccontare le stanze di questi palazzi sono davvero meravigliose!
E oggi, ho intenzione di suggerirti una manciata di motivi per non perdere queste sorprendenti chicche nascoste nella nostra città, testimoni di un'epoca straordinaria e specchio di due antichissime nobili famiglie bergamasche!
Preparati a varcare la soglia di questi luoghi speciali!
A darti il benvenuto saranno dei padroni di casa unici: una colossale statua di Nettuno "a guardia" di Palazzo Moroni e una coppia di statue, la Pittura e la Scultura, intente a osservare l’infinito dal balcone di Palazzo Terzi.
Ma non perdiamo tempo: eccoti 5 motivi per non perderti una visita in questi due luoghi da sogno!
#1: Palazzo Terzi è la dimora barocca più importante della città!
Affacciato sulla deliziosa Piazzetta Terzi, sorge questo palazzo di straordinaria ricchezza.
Fra il Seicento e il Settecento, la dimora dei Terzi è stata splendidamente affrescata e decorata di stucchi e tele da pregevoli artisti ed architetti del calibro di Giovan Battista Tiepolo, Gian Giacomo Barbelli, Cristoforo Storer e Domenico Ghislandi (padre di Frà Galgario).
Siamo infatti in pienissima età barocca, dove il gusto estetico insegue letteralmente la meraviglia: attraverso la fusione delle arti e l'uso delle soluzioni tecniche più ardite, si raggiunge un'abbondanza decorativa che stupisce, avvolge e rapisce l'occhio.
Tali ambienti di incredibile suggestione sono conservati ancora oggi, arricchiti da pregiati arredi, e altrettanto da cimeli storici e affascinanti fotografie.
La prima sala che i vostri occhi assaporeranno è il maestoso Gran Salone, vera e propria esplosione barocca, a cui segue la particolarissima Sala Rossa, che deve il suo nome alle pareti tappezzate di damasco dai toni vermigli.
Camminando su pavimenti splendidamente intarsiati, ogni nuovo spazio che vi attende è una scoperta meravigliosa e inaspettata: in particolare nella Sala degli Specchi (foto al centro) e in quella del Soprarizzo (prima foto), quest’ultima vibrante di storia - infatti, negli anni risorgimentali, Palazzo Terzi fu sede delle riunioni indipendentiste, e proprio in questa stanza venne nascosta agli Austriaci, i tanto scomodi dominatori, la preziosa bandiera tricolore della Guardia Nazionale di Bergamo Alta!
Il susseguirsi dei sorprendenti ambienti porta anche scoprire una sala da pranzo, una camera da letto, un delizioso giardino d'inverno e un salottino della musica; una tela attribuita in parte al Tiepolo (ultima foto sopra) dà infine il nome alla sala che la ospita.
#2: A Palazzo Moroni è in corso un prezioso restauro!
Percorrendo via Porta Dipinta le facciate dei palazzi più interni si susseguono con armonia e quasi indistintamente, eppure uno soltanto ha la vista completamente sgombera sulla Città Bassa: è proprio Palazzo Moroni, i cui proprietari, attorno ala fine degli anni Settanta dell'Ottocento, non si fecero scrupoli ad acquisire - per radere al suolo! - il palazzo (Marenzi) che si trovava di fronte al loro e che ne oscurava la vista sulla pianura.
Pochissimi anni dopo l'avvio del cantiere di Palazzo Terzi, nel lato più ad est della città iniziarono anche i lavori per realizzare il Palazzo della famiglia Moroni; entrambi vennero eretti a seguito di importanti matrimoni!
Non è un caso, così, che alcuni artisti attivi a Palazzo Terzi abbiano lavorato anche qui: gli interni, tuttora finemente arredati, conservano capolavori che racchiudono quattro secoli di pittura lombarda, ad opera di Giovan Battista Moroni, Bernardino Luini, Domenico Ghislandi e Andrea Previtali.
Oggi questo bene è gestito dalla Fondazione Museo di Palazzo Moroni insieme al Fondo Ambiente Italiano, i quali stanno ultimando i restauri necessari a far risplendere degnamente questi straordinari ambienti.
E proprio questa è l’occasione per godere di un luogo che, con estrema lungimiranza, è stato donato dall'ultimo erede a tutta la comunità.
Per immergerti in anteprima nell’atmosfera di Palazzo Moroni, ti propongo un piccolo viaggio letterario in compagnia della voce di un amatissimo attore bergamasco, Alessio Boni.
Egli ci conduce fra i versi di un sonetto di Andrea Balioni, datato 1655, dove Palazzo Moroni è definito come un luogo “adorno di stupor”, che fa quasi a gara con il cielo, nel quale “torri, fonti, giardini, marmi e pittura” sono nientemeno che “glorie di arte e di natura”.
#3: C’è stato un tempo in cui Palazzo Terzi brillava negli occhi di Stendhal e di Herman Hesse!
Lo splendido Palazzo Terzi è stato toccato con mano da due indimenticabili protagonisti della letteratura!
Il celebre scrittore Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle, vi soggiornò fra il maggio e il giugno 1801, in qualità di sottotenente di cavalleria dell’esercito napoleonico.
Pensa che era così innamorato di Bergamo, e della bella vista che si godeva dalla Città Alta, da scrivere, nel proprio Diario, “potete fare il giro del mondo, che non trovereste nulla di più bello”. Egli era infatti solito passeggiare e perdersi in lunghe cavalcate fra Bergamo Alta e i suoi Colli: questa terra lo stregò a tal punto da lasciarne ricca memoria nei suoi scritti.
Oggi, affissa sulla facciata di Palazzo Terzi, è stata posta una targa a ricordo del passaggio di Stendhal.
Un secolo dopo, un altro amatissimo scrittore, futuro Premio Nobel per la Letteratura, capitò qui.
Si trattava di Hermann Hesse, un grande viaggiatore, profondamente innamorato dell'Italia; nell'estate del 1914, le sue esplorazione lo portarono a Bergamo.
Inebriato da una passeggiata notturna per la città, restò meravigliato dalla suggestiva Piazza Vecchia, ma si trovò impossibilitato a proseguirvi oltre, per via della profonda oscurità. Così si rimise in cammino il giorno successivo: curiosando, si perse per i vicoli fino a giungere in quello che definì "uno degli angoli più belli d'Italia, una delle molte piccole sorprese e gioie per le quali vale la pena di viaggiare".
Si trovava proprio nella Piazzetta Terzi!
Sbirciò attraverso il portone del palazzo e osservò come "si scorgeva un cortile con piante e una lanterna, oltre il quale due grandi statue e un'elegante balaustra si stagliavano nitidi, in un'atmosfera trasognata, evocando, in quell'angolo stretto tra i muri, il presagio dell'infinita lontananza e vastità dell'aere sopra la pianura del Po".
...Come poterlo descrivere con maggior trasporto?!
Se ci rifletti, ancora oggi Bergamo mantiene intatto quel suo fascino antico e ci permette quotidianamente di sentirci quasi dei moderni Hesse: quante volte ci è capitato di perderci per le vie di Città Alta e restare affascinati da prospettive e angoli nuovi!
Il viaggio di Hesse a Bergamo ci ha fatto anche compagnia durante la scorsa quarantena, ricordi? Abbiamo allietato quelle giornate leggendo giorno per giorno alcuni passi del suo romanzo Dall'Italia (ma se non c'eri oppure volessi ripercorrerlo puoi farlo qui!).
Ma soprattutto, se come me adori ripercorrere la tua città facendoti trasportare dalle parole di scrittori e artisti, non posso che invitarti al tour letterario di Città Alta!
Tieni d’occhio il calendario dei tour perché presto tornerà questo amatissimo viaggio in città!
#4: Palazzo Moroni ha un parco storico meraviglioso!
Le particolarità di Palazzo Moroni si nascondono anche al di fuori dei suoi meravigliosi interni!
Oggi, infatti, questo luogo conserva interamente l'impianto complessivo originario, il quale comprende anche un giardino all'italiana e un’ortaglia di oltre due ettari!
Questa significativa nota verde è un aspetto rarissimo da trovare in un contesto urbano: così, attualmente, quello di Palazzo Moroni ha il valore di un vasto e insolito parco storico nel cuore di Città Alta. Visitare questo spazio ti porterà fra affascinanti giardini pensili e terrazzati, ricchi di aiuole fiorite e alberi potati secondo i principi dell’"ars topiaria", l'antica arte di potare alberi e arbusti a scopo ornamentale.
Questi angoli sono descritti come variopinti e ricchissimi di specie fiorifere già nel 1655, come recita il sonetto di Balioni! Insomma, il viaggio nella meraviglia barocca non può che completarsi perfettamente con una passeggiata in questo splendido giardino!
Una curiosità: questo spazio è stato protagonista di una singolare iniziativa organizzata dai conti Moroni nel 1994, i quali hanno aperto il loro giardino al pubblico per un'occasione particolare!
In concomitanza con la maturazione delle albicocche - ne venivano prodotte fino a sessanta quintali in un anno! - chiunque l'avesse voluto era invitato a munirsi di cestino e a raccogliere le prelibatezze direttamente dal frutteto.
Pensa che gli inviti a questa iniziativa erano perfino stati distribuiti in città da ragazze vestite da "contadinelle"! La cortese e disponibile presenza dello stesso conte Antonio Moroni e di alcune guide, che avrebbero accompagnato gli ospiti in visita al palazzo, hanno fatto da cornice alla singolare iniziativa.
Come puoi notare, era già significativamente presente nell'animo del conte il desiderio di aprire la sua dimora alla comunità. Questo proposito continua ad essere portato avanti dalla Fondazione insieme al Fai, incentivando il visitatore a vivere questi luoghi ogniqualvolta lo desideri, anche semplicemente portandosi un libro per goderne la lettura sulle panchine del parco!
Una chicca: all'ultimo livello dei giardini, al confine con la proprietà della Rocca di Bergamo, svetta una torretta deliziosa, definita "il pensatoio del Conte".
Le sue origini sono ancor più antiche del complesso, in quanto è stata eretta alla metà del Quattrocento dai veneziani, ed è una delle straordinarie tracce lasciate dalla Serenissima a Bergamo!
Oltre ai giardini si estende una vasta ortaglia, che riflette l'interesse del conte per l'agronomia, e dove si possono trovare i famosi alberi di gelso, simbolo della famiglia Moroni.
#5: Nei due palazzi puoi viaggiare fra antichi miti e letteratura con gli incantevoli affreschi di Gian Giacomo Barbelli!
Il pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli, che a Bergamo e nel Bergamasco svolse la sua maggiore attività, è il fil rouge che collega in maggior misura i due palazzi: stiamo parlando dell’autore dei meravigliosi cicli di affreschi che arricchiscono i palazzi, iniziati poco prima della metà del Seicento a Palazzo Terzi, di poco successivamente rispetto a Palazzo Moroni.
Gli affreschi di Palazzo Moroni
Qui si compie un vero e proprio viaggio negli antichi miti - tanto amati dai pittori del Seicento!
Sono in particolare l'imponente Scalone d'Onore e le grandi sale del piano nobile ad ospitare i più splendidi affreschi, i cui temi danno il nome alle rispettive sale.
Sorprenditi percorrendo lo Scalone, affrescato con scene tratte dalle Metamorfosi di Apuleio, per poi tuffarti nella letteratura del Cinquecento, percorrendo la ricca Sala da Ballo dove, sul soffitto, si susseguono affreschi che omaggiano il celebre poema di Torquato Tasso, la Gerusalemme Liberata.
Seguono altrettanti splendidi ambienti, elegantemente arredati, ma soprattutto da "naso all'insù": le Sale dell’Età dell’Oro, della Caduta dei Giganti, e quella dell’Apoteosi di Ercole.
Gli affreschi di Palazzo Terzi
Anche le stanze di Palazzo Terzi in cui abbiamo "passeggiato" prima portano la straordinaria firma del Barbelli.
In questo Palazzo, inoltre, la simbologia che emerge tanto all'esterno, nella statuaria, quanto negli interni, è fortissima.
Come dicevamo, difatti, le vicende costruttive di Palazzo Terzi si legarono a importanti matrimoni, e per tale ragione le decorazioni del Gran Salone hanno come tema comune la celebrazione delle virtù dell'amore coniugale, filiale e materno.
Si percorre qui l’Olimpo, fra i suoi personaggi: da “Minerva che con Marte guida le truppe” a “Orfeo che incanta gli animali” passando per “Giuseppe che guida le Furie” ed una “Flora con cornucopia”.
La Sala da Pranzo, infine, è ricca di suggestione: ripercorre l’origine della Via Lattea!
...ci vediamo a Palazzo Moroni e a Palazzo Terzi con la Margì!
Quante storie raccontano i luoghi!
Sono in grado di portarti continuamente in un viaggio, che contiene un altro viaggio e ancora un altro!
Non è possibile, purtroppo, esaurire qui tutti i racconti legati ai due palazzi: visitare queste due splendide dimore, intrufolandoti nei loro interni straordinari, per afferrarne appieno la storia, è quello che ti resta da fare!
Io so che non vedi l’ora di varcare il portone d’ingresso di Palazzo Terzi e "continuare" il viaggio di Hermann Hesse, così come di poter godere del freschissimo restauro di Palazzo Moroni, tornato a splendere e dedicato proprio a te, che puoi ammirarlo e viverlo in tutti i suoi meravigliosi spazi.
Tieni d'occhio il calendario dei tour della Margì e parti in viaggio alla scoperta di questi palazzi indimenticabili!
Aspetto con trepidazione le tue impressioni! Scrivimi qui: info@nadiamangili.com!
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